Pagine

Visualizzazione post con etichetta Anima critica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Anima critica. Mostra tutti i post

venerdì 29 novembre 2013

ANIMA CRITICA - Sole a catinelle



Il problema, davanti ad un film come questo di Checco Zalone, è quello di vivere di preconcetti, "lo vedo perchè mi fa ridere e lo valuto solo in base a quello"
Ora se l'aspettativa di fondo è quella, il film ha fatto centro con una precisione chirurgica. Si va al cinema, ci si svaga per quasi due ore, amen.
Io però a questo punto della sua storia, ho preteso qualcosa di più da Checco Zalone e dopo averlo visto una prima volta in maniera incosciente divertendomi come un matto, l'ho potuto vedere una seconda cercando di capire se l'attore pugliese questa volta era cresciuto.

Cresciuto? Che significa cresciuto? Significa che ho sempre ritenuto Checco Zalone qualcosa in più di un attor comico, quello che costruisce un personaggio sulla base di un tormentone e ci campa di rendita. Nel modo di scrivere le sua battute, nel modo di porle, come si accompagna al piano, si vede che l'avvocato Luca Medici ha alle spalle degli studi, una cultura, delle idee e questa volte le pretendevo in bella mostra.

Le pretendevo perchè non è tornato in sala subito dopo il successo della precedente pellicola, solo per monetizzare il momento, così come hanno fatto Pieraccioni e compagnia cantata negli ultimi anni, finendo miseramente in un limbo dorato e ripetitivo, dove non inventano mai nulla di nuovo e portano in scena con ossessiva cattiveria sempre il solito personaggio. 
Le pretendevo, perchè seppure mascherate, ce le ha sempre mostrate in TV le sue qualità, sino alla famosa battuta sula sineddoche a Zelig, perchè non si può fare comicità su di cui non si è totalmente padroni e lui la cultura l'ha sempre maneggiata con cura, anche se poi l'ha infagottata di parolacce e sconcezze.
La pretendevo perchè se vuoi crescere e diventare qualcosa in più di un buffone al passo con i tempi, questo era il momento e il posto giusto farlo, il terzo film.

E' stato così con Troisi, è stato così con Verdone, è stato così con Benigni e devo ammetterlo, è stato così anche con Zalone.
Questa volta il film ha una storia, che non serve a tenere insieme le battute, ma che fa costruire intorno ad essa la comicità. Il film ci mostra dei personaggi, con uno spessore, un'idea, tanta sostanza e la parte che Zalone si è riservato è la più bella, lui si è praticamente trasformato nel Homer Simpson italiano, con tutti i pregi e difetti del mitico personaggio dalla pelata gialla, portati nella cultura nostrana.

Ecco, se è possibile, la seconda volta che ho visto questo ho avuto modo di ragionare senza l'interruzione continua delle risate, ho recepito il messaggio e il film mi è piaciuto ancor di più, sino al punto che pubblicamente posso affermare che a mio avviso siamo davanti ad un uomo che potrebbe davvero rivelarsi come il migliore di tutti per almeno un paio di decenni.










P. S.  L'autore storico di Checco Zalone, è lo stesso degli inizi di carriera di Emilio Solfrizzi, che ha nelle sue corde sia il comico trash che il tragico, devo essere onesto, quello è il prossimo passo che mi aspetto da Checco Zalone, il solo modo che ha per dimostrare che è grande alla stregua di Benigni e Troisi.













venerdì 15 novembre 2013

ANIMA CRITICA - L'avvocato del diavolo





Come riesco a capire che un film ha un posto speciale nel mio cuore? Che per me è un cult?

Ogni volta che mi pongo questa domanda, mi rispondo sempre allo stesso identico modo, un film è importante per me quando riesco a vederlo e rivederlo sempre con lo stesso entusiasmo, lo stesso amore, la stessa identica voglia di non perdermi nemmeno un frammento della storia. 
Uno dei film che mi fa sempre quest'effetto è  l'avvocato del diavolo.

Lo trovo scritto bene, trovo che che Keanu Reeves sia semplicemente fantastico per tutta la durata del film, che Charlize Theron sia fenomenale, soprattutto quando deve interpretare la donna sull'orlo della crisi di nervi, ma è Al Pacino che mi fa letteralmente impazzire, con i suoi monologhi così vivi, così reali, così ben interpretati, mi trovo ogni volta così preso da un impeto di estrema follia, che mi vien quasi voglia di dargli ragione. 
Adoro come ha interpretato il diavolo, come cerchi di renderlo uno di noi, come tenti di farcelo diventare anche quasi simpatico e quindi è subdolamente diabolico a tal punto che è credibile in ogni sua scena.

Ho rivisto questo film ieri pomeriggio di nuovo, l'ho bevuto tutto di un fiato come se fosse una novità e alla fine ero talmente pieno di entusiasmo per il modo superbo con cui era stato interpretato, che ho deciso di criticarlo in questo mio spazio, 

Personalmente lo consiglio a chi non lo ha mai visto (spero pochi di voi), personalmente credo sia da rivedere in compagnia, per commentarlo, come se fosse Shining o Blade Runner, perchè questo è uno di quei lungometraggi che non si può non aver visto almeno una volta nella vita.














mercoledì 6 novembre 2013

ANIMA CRITICA - Se sei così ti dico si




Ho sempre amato pormi di fronte alle opere d'arte con un mio spirito critico, una mia idea del mondo, del bello e del brutto, così anche per capire cosa in realtà piace a me, senza dubbi ne vergogne. 

In passato mi sono dedicato a raccontare, in un altro spazio, dei film che amo e che in un qualche modo mi hanno segnato, da oggi ho voglia di cimentarmi a raccontare le emozione che suscitano in me ciò che leggo, che vedo, insomma che mi intrattiene, siano essi libri, trasmissioni televisive, film o altro ancora.

Potrebbero essere dei buoni consigli per evitare o indirizzarvi verso un nuovo intrattenimento.



Ho scaricato dalla rete un pò di tempo un fa un film dal titolo strano "Se sei così ti dico di si" e l'ho fatto soprattutto per la curiosità che ha instillato in me il trailer. In esso, un Emilio Solfrizzi invecchiato ad arte, aveva a che fare con una Belen molto alla moda.
Siccome non avevo memoria di un film del genere, mi sono messo al PC e ho cercato di capire la trama e devo ammettere che mi ha intrigato moltissimo. 
Ora, fermo restando che non ve la racconterò in questo post, perchè se qualcuno di voi ha voglia di vederlo è giusto che sia una sorpresa, posso dire che non ho perso il mio tempo nel vederlo, anzi.

Il film infatti si regge su una storia che ha un senso, ben recitata da Solfrizzi,  bravo a tal punto che influenza Belen portandola ad essere più che credibile, ma credo che in ciò sia stata anche facilitata dal fatto che si trovasse a vestire dei panni a lei congeniali.

Io mi sono divertito per la durata della pellicola, molto, ho avuto di che pensare durante e dopo la visione del film e soprattutto ho apprezzato il finale, che non è un classi Happy end.


Lo consiglio a chi ha del tempo e lo vuole impiegare bene.