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sabato 26 ottobre 2013

DOPO



E poi dopo?

Si dopo, un dopo qualunque, perchè nella vita qualunque esperienza che viviamo, ogni azione che facciamo o non facciamo ha un dopo, ecco, dopo come ci si comporta, a cosa andiamo incontro, a quali reazioni e/o sentimenti saremo per sempre legati? Ve lo siete mai chiesti a priori "e dopo cosa succederà?"

E' una domanda terribile, credo che solo i giocatori di scacchi siano in grado di prevedere un certo numero di mosse e le loro possibili varianti tenendo conto di tutte le reazioni dei propri avversari, ma gli esseri umani normali, come me per intenderci, quelli che il dopo lo vivono mentre succede e non lo affrontano a priori, si chiedono sempre a cosa servirebbe sapere prima ogni possibile reazione, se non a rovinarsi l'esistenza.

Infatti a cosa servirebbe anzi no immaginare, perché il bello della vita è proprio nell'imperscrutabilità del nostro futuro, ecco mi chiedevo a cosa ci può essere utile conoscere in anticipo e quindi programmare per filo e per segno cosa ci succederà se faremo una determinata scelta? Forse soltanto a non farla, però poi la nostra esistenza in quel caso sarebbe una sequenza di eventi piatti e noiosi, una sfilza concatenata di situazioni già programmate, vissute soltanto per soffrire il meno possibile.

Io credo che nella nostra vita, di tanto in tanto ci serva il coraggio, l'audacia e la voglia di sparigliare le carte per inventarsi un nuovo futuro, dare un senso a quel libero arbitrio che Dio, Budda, Maometto o come diamine volete chiamarlo, ecco che un essere superiore ci ha regalato e anche se non è detto che ci andrà bene, che potrebbe essere semplicemente l'inizio della fine, diamine quello solo sarebbe la diretta conseguenza di qualcosa che si è voluto e amato fare e non un momento di nebbia in un percorso piatto che avevamo preventivato di fare.

Io il mio dopo amo prenderlo così come viene, perchè solo così riesco a sentirmi vivo...












2 commenti:

  1. Ci sono dei casi in cui il sapere cosa succederà dopo ti rovina l'esistenza.
    Ti racconto una piccola parte di una storia dolorosa.
    Un ragazzo, sapendo che potrebbe aver ereditato dal padre una malattia rara ed incurabile, a diciotto anni decide di non fare esami che potrebbero confermare o meno tale situazione.
    La malattia si presenta sempre dopo i quarant'anni.
    Il dilemma qual'è? Il fatto di fare lo struzzo e non voler sapere non cambia la situazione.
    Vero.
    Però cambia la vita alla persona.
    Come sarebbe vissuto tra i diciotto e i quaranta?
    Sarebbe diventato uno spaventato , chiuso in se stesso, un rinunciatario della vita stessa?
    O peggio, non avrebbe retto il peso della prospettiva che lo aspettava ed avrebbe potuto fare gesti tragici?
    Oppure si sarebbe dato alla pazza gioia, vivendo la vita al massimo, col piede sull'acceleratore, sperimentando cosa che normalmente non si farebbero?
    Con la sua scelta da struzzo cosa ha invece ottenuto?
    Certamente di vivere "bene" gli anni, senza avere la spada di Damocle sulla testa ed un orologio che scandisce il tempo rimanente nel cervello.
    Questo solo per farti capire che bisogna sempre tener conto della situazione.
    Io ho subito due tumori, uno maligno.
    Mi rifiuto di mettermi le mani nei capelli e di fare l'ammalata, non
    passo la vita a fare esami e d a prendere medicine per un nonnulla, voglio vivere da "ignorante" fino a che sarà possibile.
    Guai se dovessi prendere in considerazione il "dopo" ora!
    lo affronterò quando sarà il momento, serena per aver vissuto tranquillamente , almeno da questo punto di vista.
    La vita ci mette già in difficoltà spesso senza che noi ci si impegni per darle una mano anche in questo.

    uvs



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